Vittorio e il volto della tradizione
Pescatore suo padre, pescatori i suoi fratelli, pescivendola al mercato sua sorella, Vittorio invece no; soffriva il mal di mare e allora invece di mettersi per mare a pescare, decide di dedicarsi all’arte del cucinare il pesce secondo l’uso e le ricette locali. (Panorama, 2 luglio 1971)
Quando i fratelli tornavano in porto la sera e ancoravano la barca al molo, Vittorio si metteva a cucinare. Il profumo della sua cucina improvvisata attirava non solo i buongustai, ma anche i turisti di passaggio così divenne noto in breve tempo. Le richieste diventarono così numerose che non poté fare a meno di organizzare la sua attività culinaria ancorandosi alla terra ferma. Fu così che aprì in paese una bottega sgangherata nella quale cucinava sul focolare con gli spiedi e le griglie. Vittorio attirava nella sua bottega non solo i Clienti di passaggio, ma anche i gourmet che, da esperti di cucina, potevano partecipare attivamente alla preparazione del pesce intorno alla tipica “rola” romagnola.
Pochi tavoli improvvisati, tovaglie di carta… è così che ha cominciato.
Pian piano proprio questa bottega, situata lungo il porto leonardesco, ha cominciato ad essere frequentata anche da numerosi personaggi dello spettacolo dell’epoca. Venne poi di moda andare da Vittorio al “Pesce Spada” il nuovo Ristorante in prossimità del Lungomare.
Il periodo di massimo successo arrivò nel 1972 anno in cui Vittorio aprì il “Trocadero” sulla spiaggia di Cesenatico ed è da lì che si fece conoscere in tutta Italia. Erano gli anni del boom economico ed i Clienti arrivavano da tutte le parti per sedersi ai suoi tavoli.
Il “Trocadero” divenne uno dei Ristoranti più rinomati d’Italia frequentato da personaggi del mondo dello spettacolo e da artisti quali Walter Chiari e dal pittore Alberto Sughi, entrato oggi nella storia della pittura italiana. Fu proprio il pittore Sughi un giorno a voler dire grazie a Vittorio, donandogli, dopo aver regolarmente pagato il conto, quel ritratto che ancora oggi rimane il simbolo di quell’epoca.
Un Veronelli della gastronomia italiana ebbe modo di dire: ”quel ragazzo lì” , alludendo a Vittorio è un vero artista. Volendo avrebbe potuto dipingere o scolpire con sicuro successo, oppure scrivere ottimi libri o poesie meravigliose. Ma coi tempi che corrono, con tanta gente che cerca di fregarci, è meglio che si sia dedicato all’arte culinaria perché coi suoi piatti ci delizia come tanto raramente ci capita di deliziarci.”
Mancato nel 1994, ha lasciato un grande vuoto… ma la moglie, le figlie ed i generi hanno raccolto il testimone e ne portano avanti l’eredità ed i segreti culinari, con amore, passione ed orgoglio coadiuvati da un’ottima brigata. La moglie Deli afferma che all’inizio non è stato facile, mancato Vittorio, anche i tavoli erano vuoti…ma con il passare del tempo e con tanta pazienza sono arrivati i risultati !
E da qui inizia la nostra storia…